Tiepolo a Würzburg e Madrid

Un pittore per principi e re

La fama di Giambattista Tiepolo (1696-1770) fu vasta come quella del suo conterraneo Canova (1757-1822); l’artista superò i confini italiani, ottenendo committenze dalla Baviera (Tiepolo a Würzburg) a San Pietroburgo, fino Madrid, dove prima di morire rivestirà il ruolo di pittore di corte (Tiepolo pittore di corte a Madrid).
Nel 1750, Tiepolo era chiamato dal principe-vescovo Carl Philip Von Greinffenclau di Würzburg, in Franconia, per decorare la nuova Residenza, un maestoso palazzo che voleva gareggiare con la Reggia di Versailles, progettato dall’architetto Balthasar Neumann (1687–1753) e Lucas Von Hildebrandt (1668–1745).
Nei grandiosi soffitti della Reggia, dove Tiepolo interviene con i figli Giandomenico (1727-1804) e Lorenzo (1736-1776), il pittore inscena dentro arditi scorci prospettici realizzati dal collega e aiuto fedele, Gerolamo Mengozzi Colonna (1686-1774), erede della tradizione "quadraturista" barocca, una moltitudine di figure dominate da una luce diffusa su tonalità intrise di rosa, violetto e azzurro, a creare così effetti di profondità e trasparenza.
In Baviera, come poi alla Reggia di Madrid, l’artista interpretava i fasti di un mondo lussuoso osservato, tuttavia, con sguardo ironico e disincantato. Tiepolo aveva già celebrato su pareti e volte di ville e palazzi veneti, con il suo stile teatrale e luminoso, la grande aristocrazia del suo tempo ritratta in gesta profane, ispirate a soggetti storici, allegorici e mitologici. 

I suoi personaggi come attori si muovono dentro scenografie di arredi, costumi ed oggetti rari

A Würzburg Tiepolo raggiunge l’apice della sua carriera di frescante. 
I due soffitti della Reggia tedesca, come anche quella di Madrid poi, richiamano il tema del cielo di Palazzo Clerici a Milano, dipinto quasi dieci anni prima (Tiepolo: la Chiesa dei Gesuati e Palazzo Clerici). Il programma iconografico sulla storia della diocesi di Würzburg, illustra l'investitura ricevuta dall'imperatore Barbarossa da Aroldo, primo principe e vescovo della cittadina. 
Nel primo affresco situato all’interno della Kaisersaal (Sala Imperiale), allora Sala da pranzo, “Apollo conduce al genio della Nazione germanica Beatrice di Burgundia”, mostra una quadriga scorciata con gli stessi cavalli di Milano. 
Beatrice di Burgundia, futura sposa del Barbarossa, è circondata di figure che si sovrappongono illusionisticamente alla cornice in stucco, opera di Antonio Giuseppe Bossi (1699–1764). Sulle pareti, le scene incorniciate da uno scenografico sipario lavorato in stucco colorato, con le "Nozze del Barbarossa" e "l'Investitura del vescovo Aroldo a duca di Franconia", appare la firma e la data: “GIO.BTTA TIEPOLO 1752”. 
Nel secondo affresco, situato sopra lo scalone di entrata, “L’Olimpo e i Continenti” il richiamo a Palazzo Clerici è ancora più specifico: qui, al centro dell’opera, "Apollo circondato dagli dei dell’Olimpo porta luce al mondo", rappresentato dai quattro "Continenti" collocati ai bordi del soffitto. 

Le dimensioni di quest’ultimo affresco sono sbalorditive, diciannove metri di larghezza per trenta e mezzo di lunghezza 

Completata questa sala, Tiepolo si dedicò a due pale destinate alla cappella della Residenza, “La Caduta degli angeli ribelli” e “L’Assunta”, per poi passare alla decorazione della volta dello scalone monumentale con “L'Olimpo e i Continenti”, opera conclusa entro il 1753. 
Lo spazio della visione risulta concepito inesorabilmente lontano e il mondo della rappresentazione altamente fittizio e illusorio, un superamento dell'estetica Barocca dove anche l'infinito, manteneva un certo grado di realtà.

Le tematiche di celebrazioni elaborate per il Palazzo Reale di Madrid, costituiscono una sintesi dell‘opera del grande frescante

Nel 1762, Tiepolo è chiamato in Spagna per affrescare Palazzo Reale a Madrid, ma prima di intraprendere il grande lavoro, intercorsero lunghe ed elaborate trattative tra l’artista e il duca de Montealegre, allora ambasciatore spagnolo a Venezia. Durante questo periodo, Tiepolo elaborava diversi bozzetti, ancora visibili..
L’artista partì con i due figli Giandomenico e Lorenzo e rimase in Spagna fino alla morte sopraggiunta il 27 marzo del 1770. 
Dopo il viaggio estenuante che necessitò di una riabilitazione fisica di almeno due settimane, l’oramai anziano Tiepolo si mise all’opera per la decorazione più grande e impegnativa della sua carriera: il soffitto della Sala del Trono dedicato alla “Gloria di Spagna”, che si estende in circa ventisette metri per dieci. 
Sull’alto supporto architettonico che fa da cornice al soffitto, figure allegoriche enfatizzano le qualità del re e committente Carlo lll Farnese, doti trascritte anche sulla base di una piramide. Le province della Spagna (Castiglia, Cordova, Estremadura, Galizia) sono raffigurate con i prodotti peculiari, mentre l’America con i propri indiani in copricapi piumati. Nella celebrazione sono inseriti anche riferimenti storici e mitologici come, rispettivamente, i doni portati da Cristoforo Colombo dipinto con le braccia tese sul ponte della sua nave e il Dio Nettuno su bianche nuvole che guida la spedizione.

Data l’altezza non trascurabile del salone, l’immenso e complesso affresco, firmato sul cornicione “Tiepolo A 1764”, sarebbe di difficile comprensione nel suo insieme se il pittore, con la sua leggendaria versatilità, non avesse adottato particolari accorgimenti

Infatti, la difficoltà di scorciare le forme viste dal basso, viene risolta disponendo le figure in gruppi coerenti che, a loro volta, vengono incorporati in un efficace disegno d'insieme. Il risultato è una distesa ariosa, aperta nel cielo e cosparsa di una vivace popolazione fluttuante che rende omaggio alla Spagna.
Alla Sala del Trono, succedono gli affreschi con “L’Apoteosi di Enea” e il “Trionfo della Monarchia Spagnola”, situati, rispettivamente, nella Sala degli Alabardieri e nell’Anticamera della Regina, detta anche la “Saleta”. In quest’ultima, Tiepolo immagina un’allegoria: la figura femminile della Spagna con ai piedi un leone a simboleggiare le provincie, una vecchia accanto a un castello simbolo di Castiglia ed Ercole, tradizionale protettore della Spagna, con una colonna che rappresenta Gibilterra. 
I lavori a Palazzo Reale furono portati a termine nel 1767, anno in cui l’artista chiedeva alla corte madrilena che gli fossero assegnati nuovi lavori e infatti, realizzò alcune pale d’altare per chiese spagnole.
Tiepolo muore improvvisamente a Madrid nel 1770. I suoi resti, deposti nella “Chiesa di San Martin”, sono andati perduti a seguito della distruzione dell’edificio.

FOTO DI COPERTINA
Giambattista Tiepolo, dettaglio dell’affresco L’Olimpo e i quattro continenti, 1751-‘53, Würzburg